“L’altro, tra impiccio e occasione”
La salute è il frutto dell’incontro con l’eteros, sia dentro che fuori di me. L’alterità ci abita in quanto umani e ci tiene in salute visto che, grazie ad essa e all’incontro con la diversità, evitiamo la “malattia autoimmune”. Possiamo pertanto percepire l’altro, lo straniero, il diverso come colui che è capace di introdurre un “trauma” positivo, che può fare male, ma che allo stesso tempo è necessario. L’incontro con l’altro ci umanizza, apre alla possibilità, indispensabile per ciascuno di noi, di tenere a qualcuno, di contare qualcosa per qualcuno.